Nuoro: per l’imam scatta l’accusa di istigazione alla commissione di delitti con finalità di terrorismo

Salvatore

Nuoro: per l’imam scatta l’accusa di istigazione alla commissione di delitti con finalità di terrorismo

sabato 09 Dicembre 2017 - 20:36
Nuoro: per l’imam scatta l’accusa di istigazione alla commissione di delitti con finalità di terrorismo

Nuoro. L'ingresso al carcere di Badu 'e carros (foto S.Novellu)

Torna in carcere Drablia Belgacem

Il Gip di Nuoro, Mauro Pusceddu, ha disposto la custodia cautelare in carcere dell’imam algerino fermato dal Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria il 6 dicembre, subito dopo la sua scarcerazione dal carcere “Badu e carros” di Nuoro, con l’accusa di istigazione alla commissione di delitti con finalità di terrorismo.

Drablia Belgacem, 56enne algerino che fino a una decina di giorni prima si trovava nel carcere di Sassari, si era autoproclamato imam e incitava al jihad, inneggiando alla guerra santa e al martirio, durante le orazioni del venerdì, fomentando sentimenti di odio razziale attraverso un’opera d’indottrinamento ideologico violento di matrice confessionale.

In più occasioni, inoltre, riproponeva incitazioni speculari a quelle divulgate dai media e attribuite ad Abu Bakr al Baghdadi, leader dell’autoproclamato Stato Islamico.

Queste alcune delle frasi pronunciate durante I sermoni e riportate nell’ordinanza del gip: “L’infedele sia italiano, francese, americano, qualsiasi persona che non è musulmano è nemico di Dio ed è nemico dei musulmani, gli infedeli sono quelli che non seguono i dettami di Dio, quelli che non seguono i dettami di Dio sono gli ingiusti”. “Adesso tutto il mondo ha paura dell’islam. Questo è un dono di Dio”. E ancora: “Ci sarà il muezzin nel Vaticano, ci saranno solo i musulmani e non ci saranno guerre, né omicidi, né altre cose”.

Drablia, prima del suo arresto, ha vissuto per molto tempo a Milano, dove è stato assiduo frequentatore di Abu Imad, ovvero Arman Ahmed El Hissiny Helmy, che ha rivestito il ruolo di imam nella città lombarda dal 1995 al 2010, quando fu arrestato per aver partecipato ad un’associazione criminale costituente articolazione nazionale del Gruppo Salafita Predicazione e Combattimento: poi, condannato in via definitiva a 3 anni e 8 mesi è stato scarcerato ed espulso in Egitto nel 2013. Documenti ed effetti personali di Drablia sono stati sequestrati e sono al vaglio degli inquirenti.

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