Casa di riposo-lagher di via Aosta. La Difesa: la Direttrice va assolta

Salvatore

Casa di riposo-lagher di via Aosta. La Difesa: la Direttrice va assolta

giovedì 23 Novembre 2017 - 19:33
Casa di riposo-lagher di via Aosta. La Difesa: la Direttrice va assolta

Nuoro, via Manzoni e Il tribunale (foto S.Novellu).

Secondo la difesa, Rosanna Serra, direttrice della struttura di via Aosta e accusata, insieme al presidente della stessa, Gian Luigi Masala, di abbandono di incapace, somministrazione di farmaci scaduti e omicidio colposo (una pensionata si era suicidata lanciandosi dalla finestra della casa di riposo mentre un altro anziano era morto in ospedale per disidratazione) sarebbe, invece, da assolvere.

«Chiedo l’assoluzione dell’imputata perché il fatto non sussiste. Rosanna Serra non ha alcuna responsabilità per nessuno dei reati che le vengono contestati», Le parole di Francesco Lai sono risuonate forte nell’aula della Corte d’Assise a Nuoro – presidente Giorgio Cannas a latere Antonella Useli Bacchitta – dopo sei ore di arringa nel processo per i maltrattamenti agli anziani ospiti della casa di riposo di via Aosta.

Il difensore ha cercato di smontare punto per punto le accuse all’imputata, per la quale il Pm Giorgio Bocciarelli ha sollecitato 5 anni di carcere, 7 invece gli anni sollecitati per Masala a cui ha contestato la recidiva. «La Direttrice ha sempre dato disposizioni verbali agli operatori socio sanitari in turno affinché sorvegliassero la signora, che aveva una grave patologia psichica», ha detto l’avvocato Lai a proposito del suicidio. Quanto al pensionato deceduto per disidratazione, il legale ha affermato: «È vero che all’anziano è stata fatta all’ospedale San Francesco una diagnosi di disidratazione ma non c’è nessun nesso di causalità tra la diagnosi e la sua morte”. E ancora riguardo agli operatori della casa di riposo che hanno accusato la Serra, Lai ha sottolineato: «La maggior parte di quei testimoni non sono attendibili perché sono di fatto ‘dipendenti’ di chi oggi svolge la funzione di pubblica accusa. La struttura infatti è stata commissariata dalla Procura della Repubblica». Infine sulle scarse condizioni igieniche, la carenza di cibo e il riscaldamento che veniva acceso poco d’inverno, il difensore ha argomentato: «Sono tutte accuse non confermate da diversi testimoni». Si torna in aula il 7 dicembre per l’arringa del difensore di Gian Luigi Masala, Francesco Carboni. La sentenza è attesa nei giorni successivi.

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