Uranio impoverito: il rischio dell’esposizione ad agenti cancerogeni aumenta nelle zone dei poligoni di tiro

Sonia

Uranio impoverito: il rischio dell’esposizione ad agenti cancerogeni aumenta nelle zone dei poligoni di tiro

mercoledì 19 Luglio 2017 - 12:26
Uranio impoverito: il rischio dell’esposizione ad agenti cancerogeni aumenta nelle zone dei poligoni di tiro

A Capo Teulada si stima la presenza di oltre 2000 sostanze inquinanti

“Rischi di esposizione ad agenti chimici e cancerogeni connessi a sostanze impiegate nelle diverse attività” sono emersi in alcuni documenti acquisiti dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito, che oggi presenta la sua relazione intermedia.

Le criticità maggiori sono segnalate nelle zone dei poligoni di tiro, e “ulteriori rischi, altrettanto rilevanti, insidiano le caserme, i depositi e gli stabilimenti militari: sia rischi strutturali, sia carenze di manutenzione, sia presenza di materiali pericolosi come l’amianto”, che non risulta ancora integralmente eliminato da navi, aerei, elicotteri in dotazione.

In “svariati poligoni di tiro presenti sul territorio nazionale la mancata o tardiva bonifica dei residui dei munizionamenti ha prodotto rischi ambientali”: tra questi il Poligono di Capo Teulada, con la cosiddette penisola interdetta, dove si stima la presenza di oltre duemila tonnellate di materiali inquinanti, il poligono interforze di Salto Quirra, il poligono di Monte Romano e quello del Cellina Meduna, dove solo da poco è iniziata la bonifica.

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