In un libro la figura e l’opera dell’illustre medico nuorese Salvatore Collari

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In un libro la figura e l’opera dell’illustre medico nuorese Salvatore Collari

mercoledì 21 Giugno 2017 - 10:09
In un libro la figura e l’opera dell’illustre medico nuorese Salvatore Collari

Un'immagini Salvatore Collari

La figura e l’opera di Salvatore Collari, tisiologo nuorese di fama nazionale, medaglia d’oro al merito sanitario e scientifico, recuperata grazie alla pubblicazione di un libro della prof.ssa Tina Marras

Il nome di Salvatore Collari è indubbiamente quasi sconosciuto alla gran parte dei suoi concittadini nuoresi, eppure è stato un’illustre cultore della scienza medica, un benefattore dell’umanità, un pioniere nella lotta contro la tubercolosi e nel campo della schermografia, tanto da essere stato premiato con ben due medaglie d’oro, al merito scientifico e a quello sanitario.

A sollevare il velo dell’oblio su questo illustre nuorese ci ha pensato la prof.ssa Tina Marras, appassionata ricercatrice di storia locale, con la recente pubblicazione del libro: Salvatore Collari, tisiologo medaglia d’oro al merito sanitario, Edizioni Solinas.

La Marras, che non è nuova a lavori che mirano al recupero di “nuoresi illustri” (ha già al suo attivo la pubblicazione di un’interessante monografia su Raffaele Calamida, e Chi erano, Figure rappresentative della vita culturale e politica della Nuoro del Novecento), ha ricostruito la figura e l’opera di Salvatore Collari grazie alla preziosa documentazione fornita dalla famiglia dell’illustre tisiologo, e l’annessa ristampa anastatica di Falene, un testo rarissimo (nonostante due precedenti edizioni) scritto dallo stesso Collari, ormai introvabile.

Scrive Federigo Bocchetti nella prefazione della prima edizione del libro del medico-scrittore: «Non credo che vi siano stati medici e scrittori ad un tempo, che abbiano la più tragica raccolta aneddotica di umane creature, nel vasto campo del dolore, scomparse tutte innanzi tempo, nell’ora della più intima elevazione, quasi suprema ebbrezza che ha loro dato la triste lusinga in una vertigine di morte. Falene!». Falene appunto, sinonimo di vite brevi ma intense, che Collari nella sua monografia paragona a meteore, che con una luce raggiante, crepuscolare barcollano tutte nella tormenta, e scambiano la loro folle volontà di salute con la salute stessa, la febbre con la vitalità e cadono in uno stato di tensione, tra tormento ed estasi, tra sofferenza e beatitudine. Salvatore Collari, nella veste di raffinato scrittore, passa così in rassegna le brevi vite di grandi figure di artisti, poeti, scrittori, musicisti, tutti uniti dalla stessa tragica sorte, tutti vittime di un male comune, etisia, il cosiddetto allora “mal sottile”, la tubercolosi, la malattia del secolo, che li ha portati alla morte. L’autore nella sua opera elenca nomi di grandi personaggi del passato, tutti legati all’unico dramma della malattia, come Chopin, Paganini, Pergolesi e Catalani, per citarne alcuni, tutti «morti nell’ora dei loro magici inizi – scrive Bocchetti – morti tutti di immortalità tra le sferze ed i veleni della immane malattia, mentre la loro musica tendeva all’infinito, tendeva cioè a rientrare donde era scaturita …». L’autrice Tina Marras, da canto suo arricchisce la pubblicazione con un profilo biografico di Salvatore Collari. Nato a Nuoro il 30 luglio del 1901 da Pietro e Michela Collari, il giovane Salvatore dopo una breve parentesi politica, che lo vide nel 1922 tra i primi iscritti del Partito Nazionale Fascista (in cui ricoprì a Nuoro la carica di primo Segretario politico), si iscrisse alla Facoltà di Medicina di Bologna, dove si laureò brillantemente nel 1927, conseguendo poi il perfezionamento in igiene. Successivamente si trasferì ad Arbatax, dove fu impegnato nell’istituzione di una colonia elioterapica per piccoli predisposti alla tubercolosi. Nel 1931 arrivò per Salvatore Collari la specializzazione in tisiologia, e dal 1933 al 1940 fu fiduciario della Federazione italiana contro la tubercolosi per Roma e provincia. Nel 1942, come ufficiale medico fece parte dell’Armata Italiana in Russia (ARMIR), riuscendo a salvare la vita dopo la tragedia della ritirata, in cui vide morire diversi suoi commilitoni. Dopo la guerra per Salvatore Collari si aprì la strada della professione medica, professione in cui ottenne la libera docenza in tisiologia, e dal 1948 al 1967 fu consulente di tisiologia per l’ENPAS e per la schermografia del Ministero della Sanità. Dal 1950 al 1970 ricoprì la carica di Direttore del Dispensario del comune di Roma, nonché di docente presso le Scuole per assistenti sanitarie visitatrici della C.R.I. e dell’ONARMO. Per il suo grande impegno sociale e contributo in campo medico gli venne conferita per ben due volte la medaglia d’oro “Carlo Forlanini”, nel 1957 (al merito sanitario) e nel 1964 (al merito scientifico). Salvatore Collari morì a Nuoro nel 1976.

Michele Pintore

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