Giro d’Italia in Sardegna. Maninchedda: “la RAI ha annullato in pochi minuti mesi di promozione dell’Isola”

Sonia

Giro d’Italia in Sardegna. Maninchedda: “la RAI ha annullato in pochi minuti mesi di promozione dell’Isola”

domenica 07 Maggio 2017 - 15:33
Giro d’Italia in Sardegna. Maninchedda: “la RAI ha annullato in pochi minuti mesi di promozione dell’Isola”

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«In pochi minuti si è annullato il lavoro di promozione di mesi, in nome dell’ignoranza. La Sardegna terra di banditi raccontata a “freddo” nel Giro d’Italia è un luogo del pregiudizio, non della cronaca». 

L’assessore regionale ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, non ci sta e dal suo blog “Sardegna e libertà” si scaglia contro il servizio del Tg1 Rai delle 20 sui “luoghi del Giro” andato in onda ieri.

Luoghi, scrive l’esponente della Giunta Pigliaru, declinati “nell’immagine del cartello di Orune sforacchiato a pallettoni, nella memoria dell’ultimo delitto del paese e in una visita a Orgosolo e ai suoi murales, con un’intervista al bibliotecario bravo a rispondere alla domanda originalissima sul ‘sardo chiuso’ con una battuta intelligente: tutti appaiono chiusi finché non li conosci”.

La Sardegna, ricorda Maninchedda, “ha fatto uno sforzo enorme per accogliere il Giro: il lavoro fatto prima da Francesco Morandi e ora da Barbara Argiolas ha fatto sì che durante lo svolgimento della gara la complessità estetica dell’Isola emergesse in tutta la sua bellezza”.

Ebbene, “ieri il Tg1 delle 20 fa un’operazione non giornalistica, ma letteraria che rasenta il razzismo”. Del resto, scrive, “quando parla il Papa non sentite il bisogno che, subito dopo, qualcuno faccia un servizio per ricordare i preti pedofili, o no? Se il Tg1 parla di Renzi, non sentite il bisogno che un altro servizio ricordi la Banca Etruria”.

Maninchedda parla anche a nome della Giunta: “Ieri il Presidente del Governo sardo, se avesse potuto, alle ore 22 avrebbe licenziato il direttore del Tg1. Tutta la Giunta ieri notte è scesa sul piede di guerra, ma non ha strumenti reali per sanzionare il servizio pubblico”. L’esecutivo regionale no, ma “deputati e senatori sardi possono considerare l’ipotesi di addebitare alla Rai un danno di immagine alla loro Regione”. Quindi: “Eccellenze parlamentari sarde, di grazia, fatevi sentire, voi siete azionisti della Rai!“.

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