Oliena. Settimana Santa: il fascino de S’Incontru tra sentimenti religiosi, intense emozioni, suoni e colori ai piedi del Corrasi

Sonia

Oliena. Settimana Santa: il fascino de S’Incontru tra sentimenti religiosi, intense emozioni, suoni e colori ai piedi del Corrasi

domenica 16 Aprile 2017 - 07:00
Oliena. Settimana Santa: il fascino de S’Incontru tra sentimenti religiosi, intense emozioni, suoni e colori ai piedi del Corrasi

Oliena, S'incontru (foto N.Catte)

La tradizionale cerimonia de S’Incontru segna il culmine delle sacre rappresentazioni pasquale in diversi centri dell’Isola, ma a Oliena riveste un fascino tutto particolare.

A tutto questo, indubbiamente vi concorre quel misto di magico e di fascino, che soltanto i suoi pittoreschi costumi tradizionali sanno dare, così carichi di ori e sfavillanti colori.

Tutto questo, naturalmente supportato da un’autentica fede, profondamente radicata nel popolo, una fede espressa nella ritualità della solenne e composta processione per le vie del centro storico dei due cortei che s’incontrano della grande piazza di Santa Maria, antica parrocchiale fino al 1791; nella ritualità della messinscena tra spari di tripudio, quasi un segno di liberazione dall’incubo della morte mentre si accompagnano i simulacri della Madonna e del Cristo risorto, tra sentimenti di intensa emozione e drammaticità.

In tutto questo c’è una Oliena magica e ammaliatrice, che sapientemente mette in campo tutti i suoi tesori più belli, in un magico mix di colori, profumi e sapori, secondo un antico e collaudato copione non scritto né diretto da nessun regista, così come pure non ci sono attori protagonisti.

L’apparato folclorico non intacca minimamente la sacra solennità della festa che segna la gioia dopo i giorni del lutto e del dolore, intesa come festa di tutta la comunità. Protagonista assoluto, infatti, è il popolo, un popolo orgoglioso e fiero, che per l’occasione indossa il ricco costume tradizionale, fino allora gelosamente custodito nell’antica cassapanca. Teatro è la piazza antistante alla vecchia chiesa parrocchiale di Santa Maria, vero cuore pulsante della solennità del rito, che alle 10,30 del giorno di Pasqua si anima dei mille colori dei costumi, che vanno dai rossi scarlatti e fucsia dei corpetti maschili al color pervinca delle camice femminili, tra una cascata di ricami triangolari in oro e pietre dure creata dai preziosi muncadores al sole primaverile. Il tutto tra l’intenso profumo delle erbe aromatiche de sa ramadura, sparse sul percorso della processione. Al segnale convenuto i due cortei fanno ingresso nella piazza.

Oliena, S'incontru (foto N.Catte)

Oliena, S’incontru (foto N.Catte)

Il corteo che accompagna il simulacro della Madonna ammantata di turchino e velata di nero, proveniente dalla chiesa di Nostra Signora d’Itria, si incontra con quello del Cristo Risorto proveniente da quella di Santa Croce, recante in mano sa pandera, il vessillo carico di ori votivi, simbolo del trionfo della vita sulla morte. Dopo aver compiuto i tre inchini di rito e i due simulacri si trovano l’uno di fronte all’altro per l’incontro. Il celebrante quindi provvede a togliere il velo nero che fino allora ha coperto il capo della Madonna.

A questo punto il miracolo si ripete, nella piazza si scatena una incontenibile gioia augurale, accompagnata da assordanti spari a salve in segno di giubilo, e dallo scampanio a festa dei sacri bronzi. Il corteo festante, all’interno della chiesa pisana di Santa Maria assiste quindi alla solenne Messa pasquale. Dopo il sacro rito la festa riprende nella piazza antistante il palazzo comunale, e a questo punto la festa di fede diventa una festa di suoni, di sapori, di colori e di profumi.

Qui Oliena rivela tutta la sua autenticità: briosa, festaiola e ospitale, con i canti a Tenore e i suoi balli, unici e inimitabili: dai pacati e cadenzati Passu torrau, Nugoresu e Dennaru, ai frenetici Arciu e Arciu antihu, fino al misterioso e magico Durdurinu.

È poi festa di sapori con su Hunbidu, il tradizione invito offerto in piazza dei dolci pasquali, sas hasadinas, nelle due versioni, dolci e salate. Da padrone la farà immancabile vino rosso, il Nepente, tanto decantato dal celebre D’Annunzio, segno della tradizionale ospitalità olianese.

Michele Pintore

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