Confesercenti: «L’eliminazione dei voucher è un errore. Il Governo ostaggio della propria debolezza»

Sonia

Confesercenti: «L’eliminazione dei voucher è un errore. Il Governo ostaggio della propria debolezza»

domenica 19 Marzo 2017 - 09:02
Confesercenti: «L’eliminazione dei voucher è un errore. Il Governo ostaggio della propria debolezza»

«Senza i voucher i lavori occasionali rimarranno senza regole»

«L’abrogazione dei voucher è un grave errore. Servirà, dunque, un altro strumento per regolamentare tutte quelle prestazioni occasionali che nelle imprese non possono essere inquadrate in rapporti di lavoro tradizionale, soprattutto in quei settori – come il turismo, il commercio e l’organizzazione eventi – che si trovano spesso a dover fronteggiare aumenti imprevedibili ma momentanei dell’attività».

Scrive cos’ Confesercenti in una nota a proposito della recente eliminazione dei voucher dal governo Gentiloni.

«Il governo abolisce i voucher senza prima aver pensato ad emanare nuove regole sul lavoro accessorio; come si può affrontare in questo modo l’imminente partenza della stagione estiva?» commenta così la notizia dell’abolizione dei voucher Carlo Amaduzzi presidente AssoHotel – Confesercenti .

«Gli abusi vanno certamente contrastati ma solo dopo averli preventivamente identificati – agginge il presidente della Confesecenti provinciale Dario Capelli, – la scelta di cancellare completamente i voucher senza fare le dovute distinzioni danneggia non solo le imprese ma in questo territorio toglie possibilità di guadagno a migliaia persone».

«Si è scelto di buttare il bambino con l’acqua sporca demonizzando uno strumento che rappresentava l’unica possibilità per l’impresa di far fronte in modo regolare a situazioni eccezionali. Non escludiamo che qualcuno ne abbia abusato – conclude Capelli – ma in generale i dati nazionali dimostrano l’occasionalità dell’impiego dei buoni: in media, i lavoratori pagati con voucher hanno guadagnato 600 euro lordi all’anno a testa e queste somme per due terzi sono state percepite da persone con un’altra fonte di reddito, da lavoro autonomo, dipendente o anche da pensione, in cerca di un’integrazione del reddito».

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