Nuoro dietro le quinte: Natale Rocchigiani

Sonia

Nuoro dietro le quinte: Natale Rocchigiani

domenica 19 Febbraio 2017 - 08:49
Nuoro dietro le quinte: Natale Rocchigiani

Natale Rocchigiani

Nuoro, l’Atene Sarda, ha avuto modo di farsi conoscere oltre i suoi confini geografici grazie alle opere di importanti artisti che non sto qui ad elencare, anche perché non è dedicato a loro questo ricordo

Nella storia di Nuoro sono da inquadrare anche le vicende di personaggi spesso rimasti dietro le quinte ma che, nel loro piccolo, hanno contribuito a far crescere questa città sotto tanti aspetti. Interessante a tal riguardo è il concetto di “storia” di Alessandro Manzoni: non la storia dei protagonisti ma la storia della gente comune, dei semplici, di coloro che non godono di fama ed onori ma ciò nonostante detengono un posto importante e preciso nello svolgersi degli eventi storici. Bustianu Murja (Murgia) li chiama nel suo libro laribiancos, un chiaro riferimento al libro di Frantziscu Masala (coloro dalle labbra bianche), protagonisti di una città che cerca di svegliarsi e riprendersi dalla povertà e dalla miseria degli eventi bellici.

È in quest’ottica che si inserisce la storia di Natale Rocchigiani, nuorese, classe 1925, primo di nove figli, nipote di Natale Giuseppe Ferdinando, toscano di Volterra arrivato in Sardegna nella seconda metà del diciannovesimo secolo per lavorare il carbone e poi qui stabilitosi.

L’ARGENTINA: Tziu Natale scompare il 4 Gennaio 2016 lasciando in tutti il ricordo di racconti e chiacchierate legate soprattutto alla sua vicenda personale come emigrato in Argentina, intorno ai primi anni cinquanta, un’impresa audace che coinvolge anche altre generazioni di sardi e nuoresi molti dei quali non tornarono decidendo di stabilirsi nella terra ospite. Una scelta definirei coraggiosissima se inquadrata in un contesto storico-economico diverso dal nostro: non c’era il telefonino, internet, social network, etc. ed i viaggi in nave, naturalmente non in aereo, erano lunghi ed estenuanti. Natale parte nella terra di Peròn con l’intento di fare fortuna, di crescere professionalmente; a questo obiettivo ci abbina quello di ritrovare il nonno materno, tziu Predu Ticca, emigrato diversi anni prima: una ricerca che però si rivela fallimentare.

Natale, nei quattro anni di soggiorno sudamericano, ha la possibilità di lavorare con ingegneri e operai edili provenienti da ogni parte del mondo. L’Argentina di quel periodo risulta essere un polo accentratore di chi vuol realizzarsi e dare spazio al proprio spirito intraprendente. È in questa atmosfera che Natale ha la possibilità di lavorare con architetti russi dai quali, come sempre raccontava, aveva appreso l’arte di costruire caminetti.

Quindi, insomma, quando  intorno al 1953 Natale decide di ritornare in Sardegna, a Nuoro, ci arriva con un bagaglio di esperienze lavorative che al tempo non avevano prezzo e che mette a disposizione dell’attività edilizia che comincia ad intraprendere coinvolgendo anche altri operai edili nuoresi e coi quali, cosa importantissima, condivide la professionalità acquisita durante gli anni da emigrato.

La Nuoro di allora era un po’ diversa da quella di adesso: era una città che tentava di riprendersi dai traumi dell’ultimo conflitto bellico, povera ma ricca di figure che, come tziu Natale, erano certe che il segreto della ripresa della città stava nello spirito di sacrificio e nella convinzione dei risultati da raggiungere. Era anche una Nuoro dove i rapporti interpersonali erano diversi; la sera si usciva per ritrovarsi e la piazza era la piattaforma di comunicazione e non il mondo di internet. Probabilmente alle relazioni sociali si dava un peso maggiore e diverso rispetto a quello di adesso.

Tierra buena, gringos de las pampas! … usava spesso ripetere a chi aveva la fortuna di conoscerlo e di ascoltare i suoi racconti tutt’altro che sintetici! Natale rappresenta e simboleggia tanti personaggi, nuoresi e non, spesso rimasti nell’anonimato ma che, nel loro piccolo, hanno contribuito alla crescita economica ed anche sociale di piccoli centri come il nostro.

Sempre ricordando Manzoni, la storia è un mezzo di ricerca della verità; una verità che sarà raggiunta quanto più la rappresentazione degli eventi sarà non tanto quella dei grandi e dei protagonisti ma delle genti senza nome e quindi delle persone semplici come tziu Natale.

Domenico Solinas

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