Emergenza neve. Gavoi: il coraggio e la dignità delle popolazioni, dei soccorritori, degli amministratori e la distanza delle istituzioni centrali

Sonia

Emergenza neve. Gavoi: il coraggio e la dignità delle popolazioni, dei soccorritori, degli amministratori e la distanza delle istituzioni centrali

sabato 21 Gennaio 2017 - 11:29
Emergenza neve. Gavoi: il coraggio e la dignità delle popolazioni, dei soccorritori, degli amministratori e la distanza delle istituzioni centrali

Uno scorcio di Gavoi sotto la neve

Sono appena terminate le tempeste nevose, le temperature si stanno rialzando ed è prevista pioggia. Il tutto lascia sperare che l’eccezionale quantità di neve precipitata negli scorsi giorni presto si scioglierà. Malgrado questo non possiamo dire che l’emergenza sia finita: all’indomani dello stato di calamità occorre fare i conti dei danni, dei costi, degli aiuti messi in campo e di quelli mai ricevuti. La gravità della situazione accomuna a livelli diversi tutti i paesi di montagna in Barbagia e negli altri territori colpiti, e gli sforzi per far fronte alle avversità hanno portato allo stremo le energie di Sindaci e amministratori, dipendenti comunali e forze dell’ordine, operatori di soccorso e cittadini che a ogni titolo hanno supportato la comunità dando prova di senso civico, coraggio, responsabilità e certamente grande pazienza.

Ma la pazienza non dura per sempre e, come la neve, alla resa dei conti si scioglie in stanchezza e in rabbia.

Scorcio innevato di Gavoi

Scorcio innevato di Gavoi

«A Gavoi, come nei paesi di Ollolai, Lodine, Fonni, Desulo, Orgosolo, Tonara e tutti gli altri piccoli centri barbaricini e sardi sepolti soffocati dallo stato di calamità – raccontano gli amministratori gavoesi – siamo stanchi di essere pazienti, davanti alla situazione di isolamento e mancanza di infrastrutture anche operative che è pesante in tempi normali, e intollerabile negli eventi eccezionali. Ogni singolo Comune, già vessato dai vincoli di bilancio imposti dallo stato centrale, ha dovuto mettere mano alle proprie (limitate) risorse per risolvere le emergenze.

Pochi sono riusciti a garantire un minimo di agibilità nel proprio territorio, ma ai più le proprie risorse non sono state sufficienti, mentre il pericolo rischiava di trasformarsi in tragedia. Su come gestire le emergenze in Sardegna va fatto un ampio ragionamento. I comuni hanno l’obbligo di predisporre il Piani di Protezione Civile, redato e approvato puntualmente , e di istituire la C.O.C., ma a mancare sono le risorse e il personale. E le responsabilità, anche penali per tragiche eventualità, ricadrebbero sempre sui primi cittadini. Crediamo che le difficoltà incontrate in questa emergenza, i punti di forza e le criticità rilevate, possano servire a trovare soluzioni ragionevoli per gestire meglio i prossimi eventi simili.

In questi giorni, infatti, nel cuore gelato della Sardegna, cittadini e pastori sono rimasti bloccati nelle proprie case e nei propri ovili, i blackout si sono susseguiti nelle campagne e nei centri abitati in alcuni casi prolungandosi per più giorni, molti uffici sono stati chiusi e i servizi pubblici inevitabilmente sospesi, con gravi danni economici per aziende, privati e amministrazioni. I soccorritori più volte si sono trovati in situazione di pericolo, con mezzi che slittavano sulle strade ghiacciate di montagna, e in questo inferno le informazioni diramate da Cagliari dichiaravano (erroneamente) che la viabilità era ristabilita. Malgrado la buona volontà degli operatori del pronto intervento si è rafforzata la consapevolezza che i mezzi che dovrebbero affrontare le emergenze in montagna sono inadeguati e che la distanza che separa le istituzioni centrali da quelle periferiche sembra oggi infinita».

In questo modo, il Comune di Gavoi, si unisce ai comuni del territorio, in una dichiarazione che non vuole essere «mera protesta e meno che mai lamentela, ma solo una doverosa e inderogabile richiesta di riconoscimento dei nostri diritti e fra questi il diritto ad avere mezzi, uomini, risorse necessarie ad affrontare le emergenze prima che queste, come in altri luoghi ancora più vessati del nostro, diventino tragedie ancora più grandi.

Qui in Barbagia – concludono – pretendiamo e pretenderemo su questo ancora una risposta dalle istituzioni di riferimento, e lo faremo con la stessa forza con la quale in questi giorni, lottando contro la neve, abbiamo affermato anche nei momenti più difficili il nostro coraggio e la nostra dignità».

© Tutti i diritti riservati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Sostieni l'informazione libera e indipendente di Cronache Nuoresi