L’ex primula rossa del banditismo sardo accusata di truffa
Dopo la recente condanna a 30 anni per associazione per delinquere inflittagli dal tribunale di Cagliari, Graziano Mesina subirà un altro processo davanti al giudice monocratico di Nuoro.
L’ex primula rossa del banditismo sardo è accusato, in concorso con altri, di aver simulato il furto e il successivo incendio della sua Porsche Cayenne nel marzo del 2013, allo scopo di truffare l’assicurazione e intascare i soldi del danno.
Mesina si doveva presentare stamattina alla prima udienza che, però, è stata rinviata al 16 gennaio per legittimo impedimento dei suoi avvocati, Maria Luisa Vernier e Beatrice Goddi.
Il furto risale al 26 marzo 2013 quando, mentre Mesina e il suo autista pranzavano in un ristorante di Villagrande, arrivò una telefonata dei “ladri” all’ex primula rossa del Supramonte, che a suo dire, si erano scusati con lui, dicendo di non sapere che il Suv fosse il suo e dandogli indicazioni per il ritrovamento. L’auto era stata incendiata e ritrovata in una cava dismessa del Montalbo qualche giorno dopo.
Secondo i giudici di Nuoro si è trattato di una messa in scena per truffare l’assicurazione. Stamattina la citazione diretta e l’inizio del processo per Mesina che si trova rinchiuso nel carcere nuorese di Badu ‘e Carros.