M5s. Tore Lai: ” La sanità sarda in secondo piano rispetto agli stipendi d’oro dei direttori ASL”

Sonia

M5s. Tore Lai: ” La sanità sarda in secondo piano rispetto agli stipendi d’oro dei direttori ASL”

lunedì 09 Gennaio 2017 - 11:03
M5s. Tore Lai: ” La sanità sarda in secondo piano rispetto agli stipendi d’oro dei direttori ASL”

Tore Lai (foto S.Novellu)

Direttori super pagati e un sistema sanitario regionale che fa acqua da tutte le parti.

Il paragone lo fa il consigliere comunale nuorese del Movimento 5Stelle Tore Lai che commenta le nomine degli otto commissari dell’ASL avvenute nelle scorse settimane.

«I dati statistici odierni sulla sanità dimostrano che la Sardegna continua ad avere prestazioni negative che la pongono tra le regioni meno efficienti e quindi i cittadini sardi non sono ovviamente soddisfati della assistenza sanitaria. Ora si cerca di risolvere lo stato disastroso con una ennesima nuova riforma sanitaria, con la previsione della Azienda per la Tutela della Salute (ATS) nata il 1° gennaio 2017 con sede a Sassari, che sarà sede centrale dell’azienda. Al di sotto dell’Azienda per la Tutela della Salute ci saranno otto aziende socio sanitarie locali (ASSL), corrispondenti ai territori delle vecchie Asl».

Il Consgliere evidenzia come la Sardegna è tra le regioni meno efficienti con scarsa fiducia dei cittadini sulla nostra sanità con persone che rinunciano a curarsi anche a causa delle lunghe liste di attesa: Solo il 30% dei sardi risulta soddisfatto del nostro sistema sanitario.

«Non stupisce quindi che le polemiche di questi giorni invece di parlare di come rendere più efficienti i servizi vedano l’assessore Arru rispondere alle diatribe del PD e degli alleati in riferimento alle nomine dei direttori. A sentire i politici sardi tutti dicono che le nomine Asl devono essere fatte senza appartenenza politica. Ed allora perché siamo a ricorsi Tar, richiesta di dimissioni di assessore alla sanità e minacce di uscita dalla maggioranza? Nel “Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa c’è ancora una verità italiana che temiamo ben si possa applicare alla ennesima riforma sanitaria in Sardegna: tutto cambia perché nulla cambi. Ossia: se tutto cambia esteriormente, tutto rimane com’è; se tutto rimane com’è, tutto può cambiare interiormente: «tutto deve cambiare perché tutto resti come prima».

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