Tra le mani le spine: l’ultima fatica letteraria del poeta nuorese Gianni Manca

Sonia

Tra le mani le spine: l’ultima fatica letteraria del poeta nuorese Gianni Manca

domenica 13 Novembre 2016 - 07:00

Gianni Manca, poeta nuorese, dopo il successo ottenuto con il suo libro Viaggio attraverso i pensieri pubblica la sua ultima fatica letteraria: Tra le mani e le spine.

A un anno dal successo riportato con la pubblicazione del libro Viaggio attraverso i pensieri, che ha ottenuto una Segnalazione di merito al Premio Internazionale di poesia e narrativa “Memorial Melania Rea” 2015, e una Menzione Speciale alla V Edizione Concorso di poesia “Versi d’Agosto”, il poeta nuorese Gianni Manca si ripropone ai lettori con la pubblicazione del libro Fra le mani e le spine (Casa Editrice Kimerik, illustrazioni del pittore Mario Adolfi).

Un titolo indubbiamente accattivante quello scelto dal poeta, che non è un luogo qualunque, ma è un’entità spazio temporale ben definita, un posto dall’accesso privilegiato. I versi di Gianni Manca riportati in questa sua ultima fatica letteraria sono come pietre gettate nello stagno dell’indifferenza, ma sono anche – come scrive a proposito Gianni Paone nella prefazione – «carezze al cuore; sono pugni allo stomaco per svegliare dal torpore e dall’indifferenza che circondano il nostro stare al mondo ma anche suoni lievi e discreti come lievito d’amore». Ed è appunto il titolo a fornirci i primi indizi sull’universo creato dal poeta. Le mani, come elemento simbolico della sostanzialità del corpo, e le spine come principio paradigmatico, come metafora delle difficoltà che quello stesso corpo troverà nella vita. I versi di Gianni Manca si presentano come passaggi in sospensione tra il dolore che appartiene a chi è alla ricerca, spesso vana, di un mondo migliore, come in Miraggio:

Miraggio

Fuggono da terre matrigne
come un fiume in fuga dal cielo

Verso un mare straniero,
con gli occhi colmi di stelle ammalianti.

Con le mani sui confini del mondo
verso spiagge di sogni spogliati,
dentro il cuore l’ultima vergogna
barattata in un pugno di lacrime.
Attraverso un male ostile,
attanagliati in un orrido destino,
ammassati sulle barche di paura
nelle onde nere della notte.

Come sirene infide e malevole,
in un urlo incantatore
Caronte li traghetta nell’averno
verso un’isola che si allontana.

…… e l’immagine della figura umana, come in Mi manchi:

Mi manchi

Mi mancano i tuoi ricami sulla pelle

disegnati nel sottofondo di un pianoforte.

mi manca il tuo respiro in questi momenti assenti

sui vetri in alito scolpito sui miei occhi.

Aspetto la tua voce che mi prenda per mano

a guidarmi le carezze di una notte intera,

solcare il desiderio increspato sulle dita

tenute sulle labbra stordite in un brivido infinito.

Oltre la notte ti avverto nel mio pensiero famelico

Insinuata nelle piaghe dei miei sogni nascosti,

liberi dal giogo ipocrita di giorni beffardi

voliamo sulle ali disordinate di coriandoli sorridenti.

Io sento il tuo sguardo che squarcia la mia pelle

oltre il tempo, al di là di un cielo accattivante,

dentro i rivoli di un amore senza più paure

racchiuso in un angolo discreto della mia anima.

Questa è in sintesi la poesia di Manca: un duplice disporsi e proporsi, che rappresenta un viaggio iniziatico, la ricerca delle fonti e del significato più profondo di vivere. Un viaggio verso la ricerca e la scoperta del proprio io interiore e della consapevolezza del proprio stare al mondo.

Michele Pintore

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