Curerà il verde pubblico l’allevatore di Irgoli che uccise il cane trascinandolo col gancio traino dell’auto

Sonia

Curerà il verde pubblico l’allevatore di Irgoli che uccise il cane trascinandolo col gancio traino dell’auto

mercoledì 26 Ottobre 2016 - 11:18
Curerà il verde pubblico l’allevatore di Irgoli che uccise il cane trascinandolo col gancio traino dell’auto

Nuoro, uno scorcio del Tribunale (foto S.Novellu)

Il giudice ha concesso per lui la messa alla prova e gli animalisti insorgono…

Una pena inconsistente quella inflitta all’allevatore Giuseppe Piredda che nell’aprile del 2014, assieme al figlio adolescente provocò selvaggiamente la morte del proprio cane meticcio

Questa è la sensazione tra gli ambientalisti dopo che il giudice del tribunale di Nuoro Daniela Russo, ha concesso l’istituto della messa alla prova per 10 mesi all’allevatore. Piredda, affiancato dai servizi sociali, si occuperà del verde pubblico nel comune di Loculi, a pochi chilometri dal suo paese: il giudice ha fissato una nuova udienza per il 17 ottobre 2017: in quell’occasione verrà valutato il suo comportamento e se tutto andrà bene il reato potrà essere estinto.

Giustizia per Amore

La pagina aperta dagli ambientalisti per “Amore”

IL LEGALE: Soddisfatto il legale dell’allevatore, Gianfranco Careddu. «L’istituto della messa alla prova mira alla rieducazione e alla riabilitazione di chi ha commesso reati di questo tipo – spiega l’avvocato – Serve a far capire a chi sbaglia che si può riparare il danno con apporto fattivo. Il processo – ricorda il difensore – si era arenato nella precedente udienza sul risarcimento economico avanzato dagli animalisti. L’aspetto principale, invece – sottolinea – è la funzione riabilitativa della pena anche per chi non ha possibilità economica».

GLI ANIMALISTI: Insorgono le associazioni degli animalisti che si aspettavano una sentenza esemplare. «La messa alla prova di questo individuo rappresenta per me una decisione incomprensibile e un pessimo segnale per tutta la collettività – attacca la presidente nazionale dell’Enpa Carla Rocchi – Siamo in presenza di un uomo che ha scientemente legato un altro essere vivente alla propria autovettura, che lo ha consapevolmente trascinato, vivo, sull’asfalto e che ha fermato la sua tragica corsa soltanto dopo essere stato inseguito dai Carabinieri. Non capisco proprio cos’altro avrebbe dovuto fare per meritarsi una condanna. Oggi purtroppo giustizia non è stata fatta».

L’allevatore di Irgoli di 44 anni  provocò volutamente la morte del cagnolino (che subito dopo venne rinominato dall’opinione pubblica affettivamente “Amore”) in quanto avrebbe infastidito le pecore del suo gregge, legandolo al gancio di traino della propria auto, trascinandolo con questa sull’asfalto fino ad ucciderlo; a bordo dell’auto l’uomo aveva con sé il figlio minorenne.

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