Lavoro, tradizioni e tecnologia: da Austis parte la strategia regionale per il rilancio delle zone interne

Sonia

Lavoro, tradizioni e tecnologia: da Austis parte la strategia regionale per il rilancio delle zone interne

martedì 27 Settembre 2016 - 10:42
Lavoro, tradizioni e tecnologia: da Austis parte la strategia regionale per il rilancio delle zone interne

Il convegno organizzato sabato scorso a Austis

Esperti e politici a confronto  in un convegno organizzato dal Banco di Sardegna

 Un masterplan per rilanciare le zone interne che metta insieme strategie e risorse e abbia come filo conduttore un legame sempre più forte fra coste e interno.  L’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci da Austis lancia un messaggio chiaro: per contrastare lo spopolamento delle zone interne dell’isola, tema del convegno organizzato dal Banco di Sardegna, bisogna creare lavoro e sviluppo. E alla Regione, in questo sistema, spetta creare le condizioni perché le imprese abbiano interesse a insediarsi e soprattutto restare nei territori. «È l’unica strada possibile, solo la disponibilità di lavoro può far rinascere le zone interne – ha detto l’assessore Paci -. La Regione può e sta facendo il possibile per creare condizioni favorevoli e in queste zone i presupposti ci sono tutti: qualità della vita senza pari, cibo e tradizioni uniche, ed è questo che i turisti moderni cercano, l’identità e l’unicità, prodotti e stili di vita che non si trovano in nessun altro posto al mondo. Su tutto questo bisogna puntare, creando un’offerta che si integri con quella del mare e ne diventi un forte, irrinunciabile valore aggiunto».
Sostegno alle imprese private:  Il vicepresidente della Regione ha poi ricordato l’insieme di strategie che in questo momento sono in campo a favore delle politiche per le aree interne. Dalla SNAI (Strategia Nazionale per le Aree Interne) con 7 milioni e mezzo alla programmazione territoriale fino al Patto per la Sardegna che con un miliardo e mezzo di risorse straordinarie in più rispetto al miliardo e mezzo previsto  è una prima risposta del governo al tema dell’insularità passando per Isc@la. «La SNAI realizza l’idea di Fabrizio Barca di portare avanti contemporaneamente politiche di sviluppo e che garantiscono i servizi, ma non bastano i servizi, dobbiamo aver tutti più opportunità di lavoro – ha ribadito Paci -. Una cosa dev’essere chiara: non possiamo assolutamente pensare di risolvere il problema del lavoro dell’interno con assunzioni pubbliche, gli attuali bilanci lo rendono impossibile. Dobbiamo invece creare le condizioni perché le imprese private si sviluppino e autosostengano. Vogliamo attività economiche che si localizzino nel territorio e siano sane, che facciano profitti, e che dunque abbiano interesse  a restare. Le opportunità ci sono: abbiamo attrattori naturali, culturali, artistici, archeologici e dobbiamo essere capaci di mettere tutte queste cose a sistema».
Al convegno erano presenti il presidente del Banco di Sardegna Antonello Arru, il direttore generale e presidente della commissione regionale Abi Giuseppe Cuccurese, il presidente della Camera di Commercio di Nuoro Agostino Cicalò e il sociologo Gianfranco Bottazzi.
Contributi “anti spopolamento” – «Il Banco ha tutto l’interesse a che le zone interne non continuino a spopolarsi perché sono una fonte enorme di raccolta e di risparmio, e dal risparmio la banca trae le risorse per svolgere tutte le sue attività istituzionali – ha sottolineato Antonello Arru -. In ogni caso è massima la nostra  disponibilità, nei limiti ovviamente previste dalle regole bancarie, di utilizzare risorse per agevolare lo sviluppo perché soltanto con lo sviluppo si può evitare lo spopolamento». Giuseppe Cuccurese ha ribadito i due punti di forza dell’economia della Sardegna “agroalimentare e industria e su questi tutti insieme dobbiamo unire le nostre forze. Abbiamo notato che chi fa risparmio e investe lo fa nei posti dove lavora non dove vive, ma stiamo lavorando a un nuovo progetto per dare un servizio migliore sul territorio di origine”.
«Mettiamo insieme accoglienza, saper fare, competenze, tradizioni, alta tecnologia – ha concluso Paci -, senza pensare di rifare le cattedrali nel deserto ma costruendo un  ecosistema solido, in salute, che dia quelle risposte ai giovani che vogliono rimanere nei piccoli paesi ma rimarranno solo se ci sarà lavoro».

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