Monta la protesta dei sindaci del territorio e dei malati con gravi disabilità:”a rischio i servizi essenziali e la nostra dignità”

Sonia

Monta la protesta dei sindaci del territorio e dei malati con gravi disabilità:”a rischio i servizi essenziali e la nostra dignità”

lunedì 27 Giugno 2016 - 11:58
Monta la protesta dei sindaci del territorio e dei malati con gravi disabilità:”a rischio i servizi essenziali e la nostra dignità”

Un momento dell'incontro con i sindaci organizzato dall'assessore Valeria Romagna (foto Cronache Nuoresi)

Nonostante le rassicurazioni dell’assessore Arru non sono seguite azioni concrete sul piano “Ritornare a Casa”

ll distretto PLUS di Nuoro, composto da 20 comuni e l’ASL, a distanza di quasi un mese dall’incontro con l’assessore Luigi Arru,  in cui si chiedevano garanzie sul piano “Ritornare a Casa” e altre misure in favore di persone disabili e affette da malattie gravi, esprime il suo rammarico in quanto, a fronte di un’apertura iniziale non sono seguite azioni concrete e le proposte presentate non sono state prese in considerazione.

Un atteggiamento che il PLUS considera inaccettabile perché in ballo c’è la salute e la serenità di centinaia di persone affette da gravi patologie con prognosi infausta che vedono seriamente compromessa la possibilità di vivere la propria condizione all’interno del proprio ambiente familiare.

Ci si trova davanti ad una classe politica regionale che riduce gli Enti Locali a sportelli delle lamentele, peraltro giustificate soprattutto in questi casi, ma senza portafoglio e capacità di agire. Si può discutere all’infinito di linee politiche,  eccellenze, innovazione  e programmazione ma con le risorse attuali tutto diventa un discorso astratto limitato alle buone intenzioni. A Cagliari sostengono di investire più che altrove, però poi ogni giorno nei comuni va in scena  la disperazione di malati gravi che devono patire le conseguenze di finanziamenti esigui e talvolta poco puntuali.

La sintesi  di queste due versioni dei fatti  non può che risiedere nella poca conoscenza, da parte degli amministratori regionali, della società che sono chiamati ad amministrare  e delle esigenze di chi soffre, e questa per chi aspira a governare il nostro territorio è una lacuna piuttosto grave.

Come riportato in un comunicato consegnato alla stampa lo scorso 30 maggio, il Plus chiedeva alla Regione un intervento tempestivo e risolutivo su un programma, il “Ritornare a Casa”, che da virtuoso ed innovativo sta rischiando di diventare obsoleto e farraginoso. Tra le proposte portate all’assessore Arru un mese fa vi era l’abolizione del carattere di retroattività delle linee guida promulgate,  la richiesta di accesso al programma in ogni periodo dell’anno, l’individuazione dei medesimi scaglioni dell’ISEE per tutte le linee d’intervento, definire al meglio ciò che rientra nel primo livello assistenziale con priorità ai pazienti affetti da patologie non reversibili a prognosi infausta e l’istituzione di una misura dedicata ai pazienti affetti da patologie neoplastiche in fase terminale della vita.

Nonostante la solerzia nell’organizzare incontri chiarificatori, da Cagliari non sono arrivate risposte adeguate, mentre nei comuni del centro Sardegna si solleva il grido di dolore di persone che altro non chiedono che  vivere dignitosamente la propria condizione di sofferenza. Davanti a loro sindaci ed assessori impotenti che pretendono risposte immediate: c’è in ballo, oltre al diritto alla salute, il corretto svolgimento del proprio lavoro di amministratori. A queste condizioni è difficile prendersi delle responsabilità davanti alle comunità.

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