I Grandi Humani di una piccola città

Sonia

I Grandi Humani di una piccola città

domenica 10 Maggio 2015 - 10:00
I Grandi Humani di una piccola città

Una fotocomposizione di "Humans of Nuoro"

Una fotocomposizione di

Una fotocomposizione di “Humans of Nuoro”

Da New York a Nuoro: piccoli racconti di una città fatta di storie

New york, Parigi, Amsterdam, Sydney, Roma, Nuoro… cosa accomuna queste città? È presto detto … li accomuna un progetto nato a New York nel 2010 dalla mente geniale di un certo Brandon Stanton che pensò di creare un ‘catalogo’ fotografico degli abitanti di New York, con annessa una breve intervista.

Negli anni successivi il progetto piacque al punto tale che nel 2015 quasi tutte le grandi città, e non solo, hanno una pagina Facebook intitolata ‘’Humans of …’’

Dal 22 Settembre del 2014 anche Nuoro ha la sua pagina Facebook (per i più curiosi esiste anche un su Tumblr)  dal titolo ‘Humans Of Nuoro’ . In meno di un anno la pagina ha gia 6’500 like ed è riuscita a raccontare ben 68 storie.

Forse una delle frasi che più rappresenta il progetto nuorese è: «Chi l’ha detto che solo le grandi città abbiano qualcosa da raccontare?» … Un po’ come dire “nella botte piccola c’è il vino buono” e leggendo le storie raccontate ci si accorge che è vero.

I racconti, a volte simpatici e a volte meno allegri, hanno sempre un qualcosa di magico; e forse la magia sta proprio nel fatto che tutti gli intervistati abbiano un qualcosa di interessante da raccontare come un piccolo mondo che tu non conoscevi; ribaltando, spesso, l’idea che il nostro pregiudizio ci consegna.

Vi proponiamo un’intervista esclusiva che “Humans Of Nuoro” (che per il momento preferisce tenere l’anonimato) ci ha rilasciato nei giorni scorsi.

A Settembre dello scorso anno, l’apertura della pagina facebook. Ma prima di allora, quando ti venne l’idea di aprire una pagina facebook per raccontare le storie degli umani nuoresi?In realtà, non saprei quantificare in termini di tempo, era da un po’ che seguivo Humans of New York. Ciò che mi pareva evidente, era la normalità dell’umanità di chi si prestava a raccontare qualcosa di sé. Un’umanità universale, per cui l’esperimento poteva essere applicato a qualsiasi città, non solo New York. Ricordo però il giorno in cui decisi di aprire la pagina. Ero in pullman, stavo andando a Orosei, ed ero sola col conducente. A metà strada, è salita una donna che evidentemente conosceva l’autista ma non lo vedeva da moltissimo tempo. Hanno incominciato a parlare dei bei tempi e di cose loro, assolutamente incuranti della mia presenza. Si vedeva che erano contenti di essersi ritrovati; ho pensato che se qualcuno avesse chiesto loro, a fine giornata, qual era stata la cosa più bella delle ultime 24 ore, probabilmente avrebbero raccontato di quell’incontro casuale. In quel momento ho deciso. Il giorno dopo ho aperto la pagina.

In un solo anno ben 68 storie e 6’500 like sulla pagina facebook, direi un bel traguardo …ma quanto tempo ti porta via questo progetto? Non molto. La parte più difficile è fermare i passanti. Non ho una formula di rito con cui presentarmi e non ho ancora la disinvoltura necessaria a fermare tutte le persone che vorrei. Il più delle volte me le lascio scappare per via della mia eterna indecisione sulla scelta del momento giusto. Paradossalmente, perdo molto più tempo una volta a casa, quando devo trascrivere su carta ciò che mi viene raccontato. Ho sempre paura di travisare le cose e mi arrabbio moltissimo con me stessa quando sulla pagina di Humans, vedo commenti che fanno pensare che un certo messaggio non sia arrivato. Mi viene il timore che dipenda da me e da come l’ho scritto. Magari non è vero… ma tutto sommato, questo eccesso di scrupoli, è sintomo di rispetto nei confronti di chi s’è fidato a dirmi qualcosa della propria vita.

C’è stato un periodo in cui molti si domandavano se il progetto fosse finito, poi sei tornata…cos’è successo in quel periodoSì, era il periodo di Natale e i mesi successivi. Subisco molto la malinconia di certe feste, e così ho dovuto aspettare di essere di nuovo sufficientemente ottimista per ricominciare. In effetti pensavo mi ci volesse meno tempo, ho calcolato male le mie risorse energetiche.

In questo anno di lavoro è filato tutto liscio o hai avuto anche qualche probleminoUna volta mi è capitato di dover cancellare una foto e la storia allegata. Era la foto di una donna in età avanzata che mi raccontava un aneddoto della sua vita che coinvolgeva anche un’altra persona. I parenti non gradirono e mi chiesero con toni vagamente aggressivi di cancellare quel post. Avevo una liberatoria firmata dalla signora, perciò ero abbastanza tranquilla. Ma rimane il fatto che Humans non è il mio lavoro, è un hobby, e in quanto hobby non dovrebbe comportare beghe ma procurarmi casomai piacere o comunque cose positive. Così, nonostante avessi la coscienza a posto, ho deciso di cancellare la foto. Il ricordo che mi ha lasciato la narratrice di quella storia lo porto comunque con me. Parenti contrari o meno. 

“Humans of New York” è solo uno dei tanti ,anche se è il primo, dei vari humans in giro, un altro a cui ti ispiri? “Humans of New York” è chiaramente il mio guru, ma ne seguo anche molti altri. Purtroppo o per fortuna, leggendo le storie raccontate non è che si imparino i trucchi del mestiere, però ci si rende conto della sensibilità di chi racconta e si fida di uno sconosciuto, e anche della gentilezza d’animo che deve inevitabilmente avere chi ascolta. Non è così facile come sembra. Io sono una novellina da quel punto di vista.

Credi che questo progetto, a un certo punto, avrà una fine? Sai che non ci ho mai pensato? Se ci dovesse essere una fine, mi auguro che avvenga perché Humans si sia evoluto in qualcosa di più bello o più grande ma conoscendomi ho il vago sospetto che potrebbe finire per causa mia. Non sono una persona costantissima. 

Progetti per il futuro ,sempre legati a ‘’Humans Of Nuoro’’? Per adesso nessuno. Però se un giorno potessi leggere le storie di Humans su carta, tutte in fila e ben rilegate, ammetto che non mi dispiacerebbe. 

Grazie per il tuo tempo e complimenti per l’idea. Ti ricordo che l’idea non è mia ma grazie lo stesso. Sebbene stia replicando un “format” già collaudato mille volte in mille altre città prima di me, è una cosa che sento molto mia. Humans è un po’ come una figlia, spero che continui a crescere “sana” e coi valori giusti. Altrimenti la raddrizzo io: la chiudo in casa e non esce più fino a nuovo ordine. Grazie a te per averle rivolto domande così attente.

Antonio Delpiano

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