Martedì, 24 febbraio Bachisio Bandinu all’auditorium della Biblioteca Satta
Il tema è affascinante, appieno dentro la storia e la tradizione. Entra in campo storico e antropologico. Riguarda il locale e il globale. “Maskaras. Tempo di Carnevale/Carnevale fuori tempo”: questo il motivo della conferenza di Bachisio Bandinu, intellettuale a tutto campo. Presenta Natalino Piras e coordina Vannina Mulas.
Dice Bachisio Bandinu: «La maschera è nel tempo che un uomo diventa animale-dio. È maquillage cerimoniale, estetica della cosmesi e gioco della simulazione. Ci permette di seguitare le nostre stesse orme”. Mamuthones, Thurpos e Merdules della civiltà pastorale e contadina sfilano in corteo, ballano e imitano il passo animale. In origine c’è l’Erkitu, l’imbovato, l’uomo-toro che muggisce per il tormento. Non si tratta di bestia mansueta, da aggiogare al carro o all’aratro, ma di un mostro che prima di essere tale fu uomo. Espia una colpa. Si è trasformato in Erkitu perché ha ucciso o forse addirittura è lo stesso diavolo a mascherarsi per le sue uscite notturne, portandosi dietro una collana di teste da morto. Erkitu ha due grandi corna di acciaio e sopra le corna due candele accese. Continua a muilare e a lanciare orrorosi grugniti. Una torma di demoni lo accompagna nell’erranza notturna e un diavolo grande, enorme, apre la fila. Segue un altro che suona il tamburo. Tutti i diavoli sono vestiti di diversi colori e dalla bocca a dal naso gli escono fiamme di zolfo, in fronte un corno d’acciaio. Erkitu “è la maschera geografica del tempo storico e mitico».
È una continua lezione dell’intro: come appare e come viene interpretato, a volte reso folklore. Resta che spesso, a carnevale e in altri carnevali fuori tempo, Erkitu è là, nell’intricata foresta che attraversiamo. Muove verso di noi.
Bachisio Bandinu, Antropologo (Bitti 1939). Conseguita la laurea in Lettere si è dedicato per molti anni all’insegnamento nelle scuole medie, collaborando contemporaneamente alla stampa sarda e nazionale. Per ragioni di lavoro ha vissuto per alcuni anni in Lombardia, insegnando e specializzandosi presso la Scuola superiore di Comunicazioni dell’Università di Milano. È divenuto dal 1972 giornalista pubblicista e ha approfondito i suoi studi sulle tradizioni popolari. Tornato in Sardegna, è diventato uno degli animatori più interessanti e originali del dibattito attuale sull’identità, inserendosi nella prospettiva del dialogo tra antropologia e scienze sociali aperta da Giulio Angioni e Michelangelo Pira. In particolare nelle sue opere B. approfondisce il rapporto tra il mondo tradizionale della pastorizia e la irrompente civiltà dei consumi e cerca di dare una lettura adeguata al rapporto tra tradizione e innovazione. Nel 1993 ha vinto il premio “Funtana Elighes”; nel 1999 è stato nominato direttore de “L’Unione sarda”, e alla guida del quotidiano ha tentato di dare maggiore incisività alla sua concezione della realtà sarda. Attualmente è presidente della Fondazione Sardinia. Dei suoi numerosi lavori alcuni sono da considerare anche un valido contributo per la lettura della storia contemporanea della Sardegna. Tra gli altri: Il re è un feticcio (con Gaspare Barbiellini Amidei), 1976 (sull’antagonismo tra “civiltà” pastorale e consumismo capitalistico); Costa Smeralda. Come nasce una favola turistica, 1980; Un sardismo da inventare, in Le ragioni dell’utopia. Omaggio a Michelangelo Pira, 1984; Recenti trasformazioni dell’identità sarda, in Storia dei Sardi e della Sardegna (a cura di Massimo Guidetti), IV, 1989; Narciso in vacanza, 1994; Il cavallo. Memorie, sogno, storia (con Bebo Ardu e Lucio Gratani), 1995; Lettera a un giovane sardo, 1996; Olbia città multietnica (con Giovanni Murineddu ed eugenia Tognotti), 1997; Visiones.I sogni dei pastori, 1998; Terra de musas (con Paolo Pillonca), 2001; Mario De Biasi (conAlfonsoGatto e Giuseppe Dessì), 2002; Identità-cultura-scuola (con Placido Cherchi e Michele Pinna), 2003; Pastoralismoin Sardegna. Cultura e identità di un popolo, 2006, (con Salvatore Cubeddu), Il quinto moro. Soru e il sorismo, 2007, Pro s’indipendetnzia, 2011 e il romanzoL’amore del figlio meraviglioso, 2011.